La storia dei bordercollie è forse la storia più bizzarra di tutto il panorama cinofilo. La razza ha origini molto antiche, anche se, il suo riconoscimento ufficiale è recentissimo.
Già nel diciassettesimo secolo veniva citata con il nome attuale, e questo è decisamente insolito perché a quei tempi non esistevano vere e proprie razze canine: almeno non nel senso moderno del termine.
Il nome “border” (confine) indica un’ampia zona geografica sita al confine tra Scozia e Inghilterra. La parola “collie” è invece di origini incerte: secondo alcuni significa “utile” e deriva dal dialetto comune parlato dai Celti, secondo altri deriva da “coleius” (fedele in gallese) e infine secondo una terza ipotesi deriverebbe da “colley” (una razza di pastori scozzesi).
La storia del bordercollie è dunque la storia delle terre di Scozia e dei popoli che le abitarono e, primi tra questi, furuno quelli che i Greci chiamarono Celti ed i Romani Galli e che, a partire dal III-IV secolo a.C. cominciarono a conquistare l’Europa.
I Celti erano fondamentalmente un popolo di guerrieri, ma la loro economia era basata sull’agricoltura e sulla pastorizia, per cui i cani erano di grande utilità. L’importanza che i Celti davano al cane è testimoniata dai loro miti e dalla loro cultura. Successivamente i cani arrivati al seguito degli invasori Romani, che contribuirono a migliorare l’allevamento di bestiame, introducendo razze di pecore più selezionate, che dettero un impulso all’industria della lana, si incrociarono con i locali cani celti, che a loro volta avevano già subito l’influenza delle preesistenti popolazioni.
In quelle terre i Romani rimasero fino al 410 d.C., quando si ritirarono definitivamente sul continente, lasciando il campo libero all’immigrazione degli Anglo-Sassoni. Queste tribù germaniche subirono positivamente l’influenza dei romani sulle popolazioni locali e appresero la loro sapiente superiorità tecnica in agricoltura.
Cominciò così a nascere l’economia medievale basata sul castello come nucleo di aggregazione, comprendente tutte le componenti dell’economia, dalle terre ai bestiami e naturalmente ai cani.
Nel 793 cominciarono gli attacchi Vichinghi alle coste della Bretannia, dapprima sotto forma di scorrerie piratesche poi, in maniera sempre più continua. Il legame tra i Vichinghi e i loro cani è testimoniato dalla frequenza con cui questi si trovano nelle tombe, sepolti insieme ai loro padroni. I Vichinghi portavano al seguito cani da caccia e cani da mandria, da questi cani si suppone si siano evolute altre razze.
La razza si sarebbe poi affermata nel XIII secolo, all’epoca del boom della produzione laniera, quando i bordercollie furono particolarmente apprezzati per le loro doti nel radunare e guidare enormi greggi al pascolo nelle altrettanto enormi Highlands.
Le nuove scoperte geografiche favorirono, durante il XII e XIII, la diffusione del collie nel mondo. Nel 1788 il Capitano James Cook sbarcò a Port Jackson (oggi Sydney) con il suo carico di detenuti, guardie, prodotti alimentari, bestiame e cani (presumibilmente i collie da lavoro allora usati in Gran Bretagna) iniziando la colonizzazione che nel secolo successivo si sarebbe estesa a tutto il continente. I coloni avevano bisogno di cani forti e dotati di grande resistenza.
Attraverso i secoli è stato sottoposto a severa seleziona che ha cercato di portare al massimo le sue doti nel radunare e guidare le enormi greggi al pascolo nelle altrettanto enormi Highlands.